Restauro in corso Fiat 1100 L 1947

La Fiat 1100 è un’automobile prodotta dalla casa automobilistica FIAT dal 1939 al 1969.

Le prime 1100 (1939-53)

Fiat 1100 BL del 1948

La capostipite di tutte le “1100” fu la Fiat 508C “Nuova Balilla 1100”, uscita nel giugno del 1937, la cui evoluzione stilistica, presentata alla fine del 1939 e subito ribattezzata popolarmente “musone”, fu la prima vettura della marca torinese a fregiarsi della denominazione Fiat 1100. Il soprannome “musone” derivava dall’imponente calandra spartivento (in uso anche sulla Fiat 2800) che la differenziava esteriormente dalla prima versione, poi anche definita “musetto” per retroformazione.

Nell’immediato dopoguerra (settembre 1948), la 1100, lievemente modificata, assunse la designazione di 1100 B, poi, alla fine dell’estate del 1949, uscì la 1100 E – caratterizzata esteriormente dall’adozione di un vano posizionato nella coda, destinato all’alloggiamento della ruota di scorta – che rimase a listino fino alla primavera del 1953 quando nacque la 1100-103. Grazie alla sua abitabilità, la 1100 ebbe in quegli anni un notevole successo specialmente come taxi o come base per gli allestimenti ad ambulanza. In precedenza, durante la guerra, era già stato prodotto un modello modificato in allestimento “ufficio mobile”.

Le 1100/103 (1953-60)

Nel 1953 l’auto fu radicalmente modificata: nacque la 1100/103. Si trattava di un’autovettura totalmente nuova, dotata di scocca portante. Della progenitrice manteneva solamente il motore 4 cilindri con albero a camme laterale di 1089 cm³.

La Fiat 1100/103 del 1953 nell’allestimento normale

Le soluzioni tecniche (a parte il passaggio alla soluzione monoscocca) erano classiche: trazione posteriore, avantreno a ruote indipendenti con balestra trasversale, retrotreno a ponte rigido con balestre longitudinali semiellittiche e freni a tamburo su tutte le ruote. Tuttavia non mancava qualche novità, come il telaietto ausiliario che sosteneva il gruppo motore-cambio al quale era ancorata la sospensione anteriore. La 103, messa sul mercato nell’aprile 1953 in due versioni, la Tipo A, più economica, e la Tipo B, maggiormente rifinita, si caratterizzava per una moderna linea a 4 porte e 3 volumi (anche se la coda era molto più corta rispetto ai modelli successivi), con parafanghi integrati e coda tondeggiante.

Pochi mesi dopo il debutto fu presentata anche la 103 Familiare, ovvero la versione giardinetta. La 103 ottenne grande successo, soprattutto nella versione berlina Tipo B (con interni meglio rifiniti, sedile anteriore a panca unica e maggiori finiture esterne ed interne con ampia scelta di colorazioni): la Tipo A (disponibile solo in grigio e con allestimento spartano: sedili separati anteriormente e con solo tessuto grigio a righine, mancanza parziale delle modanature sulle fiancate, mancanza della scritta “Fiat 1100” sul baule posteriore, mancanza della aletta parasole lato passeggero, mancanza maniglie appiglio passeggeri posteriori, mancanza alloggiamento autoradio, mancanza riscaldamento interno vettura) non piacque molto, mentre la Familiare era apprezzata da artigiani e commercianti. Tutte le 103, comunque, grazie al sedile anteriore intero e alla leva del cambio al volante, potevano ospitare 6 persone.

La Fiat 1100/103 TV prima serie del 1953-54

Nell’ottobre del 1953 fu lanciata la versione 103 TV (Turismo Veloce) con motore potenziato di 14 CV (per un totale di 50, contro i 36 delle altre versioni), albero di trasmissione diviso in due parti collegate da un giunto, verniciatura bicolore, finiture più ricche, “codine” al bagagliaio e terzo faro centrale (inserito nella mascherina).

Al Salone di Ginevra del marzo 1955 fu presentata la 103 Trasformabile: disegnata dalla Sezione Carrozzerie Speciali della Fiat, si trattava di una piccola spyder a 2 posti, con tratti americaneggianti (anche se non fu mai esportata negli Stati Uniti) e meccanica della 103 TV berlina.

La 1100/103 “E” TV del 1956-57

Nel 1956 un restyling interessò la 103 berlina e familiare, dando vita alla serie 103 E. Oltre a modifiche al frontale (nuova mascherina) e agli interni (plancia, strumentazione, riscaldamento, rivestimenti), la berlina beneficiò di un nuovo disegno dei fanalini posteriori e di un diverso posizionamento della ruota di scorta nel vano bagagli. La TV adottò una nuova griglia anteriore e la verniciatura bicolore si estese anche alle fiancate Dal punto di vista tecnico, oltre a motori leggermente potenziati (40 CV per le versioni normali e 53 per le TV), tutte le versioni adottarono l’albero di trasmissione in due parti. Le Trasformabile, invariate esteticamente, adottarono il motore da 53 CV.

Al Salone di Torino dell’autunno 1957 uscì la serie 103 D (conosciuta anche come modello 58), contraddistinta soprattutto dall’incremento delle dimensioni grazie a un bagagliaio più lungo e più capiente, mentre nel 1958 le TV berlina e Trasformabile furono rimpiazzate dalle corrispondenti versioni della 1200.

Nel marzo del 1959 un ulteriore restyling diede vita alla serie 103 H (definita anche come “Tipo Lusso”) che andò ad aggiungersi alla 103 D: il nuovo modello si distingueva dalla versione base per il motore più potente ma anche per un equipaggiamento più ricco, per allestimenti interni più curati, per una diversa mascherina anteriore, per la verniciatura bicolore e per l’aggiunta di profili e fregi cromati quali le “rondinelle” sulle codine. Nel 1959-60 la gamma era pertanto composta dalle versioni base (103 D), dalla versione Lusso (103 H) e dalla Familiare.

Le 1100 Export e Special (1960-62)

La Fiat 1100-103 Export del 1960-61

Nell’autunno 1960 la gamma delle 103 fu rivoluzionata: la versione “base” fu denominata “Export” ed ereditò la carrozzeria della precedente 103 H (la cosiddetta berlina Lusso) anche se in edizione semplificata, mentre la versione di maggior pregio, cui venne assegnata la denominazione Special, adottò il corpo vettura della 1200 Granluce reso più piacevole dall’eliminazione di numerosi orpelli cromati. Entrambe montarono il motore da 48/50 CV (55 CV misurati col metodo S.A.E.) che consentiva loro di superare i 130 km orari di velocità massima.

Anche la Familiare beneficiò di qualche piccola modifica e adottò il medesimo motore delle berline. Da segnalare che alla fine del 1961 la versione Special ricevette qualche piccola modifica, la più evidente delle quali alle fiancate, dalle quali furono eliminate le nervature che avevano caratterizzato tutte le 103 precedenti.

Le 1100 D (1962-66)

Fiat 1100 D Familiare

Nell’autunno del 1962 un ulteriore restyling, ispirato alla linea della “1200 Granluce”, diede vita alla “1100 D”. A cambiare furono soprattutto gli interni, il padiglione, la calandra che divenne piatta e dalla linea semplificata senza cromature, con fanalini anteriori di forma rettangolare. Inoltre tutte le versioni adottarono le porte anteriori ad apertura tradizionale, anziché “controvento”

Dal punto di vista tecnico le novità maggiori erano l’adozione del motore di 1221 cm³ (ex “1200 Granluce”) da 55 CV e l’adozione del carburatore monocorpo. Le “1100 D” erano disponibili in un unico allestimento, identico per le versioni Berlina e Familiare.

Le 1100 R (1966-69)

Una 1100 R del 1967

Nel gennaio del 1966, nell’imminenza del lancio delle più moderne 124 (avvenuto appena due mesi dopo), per evitare ogni possibile concorrenza tra i due modelli, la 1100 fu riposizionata verso il basso e motorizzata di nuovo con un motore da 1089 cm³ e 48 CV.

Contemporaneamente la carrozzeria fu rivista nel frontale (completamente ridisegnato) e negli interni (semplificati dall’adozione di componenti della 850, come la strumentazione nella quale si distingueva l’uso, per la prima volta nelle 1100, di un quadrante ad ago per il tachimetro, invece dell’indicatore a linea rossa mobile). Sulla berlina cambiò anche la coda, ora più squadrata, priva di pinne e dotata di luci circolari (le stesse della 850). Dal punto di vista tecnico si segnalava anche l’adozione di freni anteriori a disco e (unica tra le 1100 della FIAT) il comando del cambio a cloche anziché quello ormai in disuso al volante.

La nuova versione, denominata 1100 R (ovvero “Rinnovata”), rimase in listino – sia nella versione berlina che in quella Familiare – fino all’ottobre del 1969, quando fu definitivamente sostituita dalla Fiat 128 immessa sul mercato circa cinque mesi prima.

Le 1100 “estere”

Una 1100 R sulla rivista “Style auto” nel 1966

La 1100 R, poi venduta con successo nell’Europa Occidentale, era stata originariamente pensata per il mercato pakistano. La Fiat, infatti, pensava che l’oramai datato modello non fosse più in grado di reggere sui mercati evoluti, anche se invece smentì le previsioni e ottenne successo.

Il costruttore indiano Premier, che aveva già fabbricato su licenza le Fiat 500 Topolino, rilevò nel 1967 la catena di montaggio della 1100 D, avviando la produzione della Premier Padmini, identica all’originale Fiat (a parte il motore che invece era il 1089 cm³ da 48 CV del modello R e il comando cambio a pavimento).

La vettura (nella versione con guida a destra) fu costruita fino al 1999, stabilendo un vero record di durata per un modello Fiat di media categoria e più di 1.000.000 di esemplari fabbricati.

La Fiat 1100 fu anche prodotta dalla consociata argentina Fiat Concord nella versione D Export tra il 1960 e 1963. 23.152 furono gli esemplari prodotti.

Le versioni derivate

Dalla Nuova Balilla fu derivato anche un camioncino chiamato Fiat 1100 ELR, qui nella versione del 1953

Dalla 1100 furono derivate parecchie versioni, costruite dalla stessa Fiat: la più nota fu la versione “lunga”, utilizzata soprattutto in edizione taxi, ma non mancarono cabriolet, coupé sportivi, furgoncini, camioncini e, negli anni della seconda guerra mondiale, coloniali e militari, anche con carrozzeria tipo torpedo/camionetta.

Il Regio Esercito adottò le versioni camioncino della Fiat 508C e della Fiat 1100. Quest’ultimo aveva carrozzeria parzialmente in legno e cassone posteriore, anch’esso in legno, di dimensioni 1540×1600×600 mm con 590 kg di portata. Da questo camioncino venne estrapolata da parte delle Officine Automobilistiche Regio Esercito (OARE) di Bologna un “semovente” contraereo: sul cassone della “musone” venne installato una mitragliatrice binata Fiat Mod. 14/35 da 8 mm, montata sull’affusto della mitragliera Breda 20/65 Mod. 1935. Prodotta in 50 esemplari, venne assegnata alla 101ª Divisione motorizzata “Trieste” ed impiegata sul fronte nordafricano per la scorta antiaerea delle colonne motorizzate.

Dal telaio della 1100/103, oltre a un taxi (che non ebbe successo) e ai consueti camioncini e furgoncini, derivò anche una versione a uso trasporto di merci, la 1100 T, che ottenne risultati lusinghieri di vendita, soprattutto nel settore dei venditori ambulanti, grazie anche a una buona capacità di carico, sia nel campo della portata che in quello della volumetria utile.

Basandosi sulla meccanica della 1100, nel 1953 l’azienda Abarth produsse la 103 GT, versione coupé della 1100.

Dalla versione B venne invece realizzata la 1100 S nel 1947. Progettata da Dante Giacosa, aveva una carrozzeria di tipo aerodinamico e non vi erano paraurti in nessuna sezione del mezzo. Le ruote posteriori erano carenate ed il propulsore da 51 cv di potenza deriva da quello impiegato sulla Cisitalia 202 e permetteva una velocità massima di 150 km/h. Erano montate diverse particolarità meccaniche sul mezzo, tra cui un sistema di lubrificazione con radiatore dell’olio, una pompa dell’acqua di tipo centrifugo e un albero motore posto su quattro cuscinetti di banco. Fu realizzata in 400 esemplari ed ottenne diversi piazzamenti sportivi come il 5º posto alla Mille Miglia del 1947 e la seconda piazza nell’edizione del 1948.

Fonte: Wikipedia